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Pat Metheny, Orchestrion tour, Palaresia, Bolzano 24 febbraio 2010

   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Foto e recensione di Salvatore Intragna.    
 


L'orchestrion in azione


L'interno del Palaresia un'ora prima del concerto

All'ingresso del Palasport di Bolzano, il Palaresia

 

'Stupore e freddezza', due le parole per sintetizzare, a mio parere, il concerto dell'Orchestrion di Pat Metheny a Bolzano, anteprima italiana del suo nuovo tour 2010. A prescindere dalla genialità e dall'amore per la tecnologia e per l'innovazione di questo grande artista, trovo il progetto Orchestrion "compositivamente freddino" ad un primo ascolto, sospeso a metà tra la musica del PMG e quella del Pat Metheny jazzista. La mancanza del gusto melodico al piano di Lyle Mays, e la mancanza del feeling con altri membri del gruppo si fa sentire, e questo aspetto risulta più evidente col fatto che quasi tutti i brani eseguiti siano tratti dal suo repertorio "solista" e dalla lunga suite dell'ultimo album 'Orchestrion'. Concepire questo progetto deve essere costato un lungo lavoro, sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista della programmazione. Il chitarrista, insomma, sembra più voler stupire lo spettatore con il suo nuovo gioiellino, con la sua trovata geniale, cha ha un grande effetto scenico e tecnologico, piuttosto che prediligere la vena lirico-melodica che lo ha reso famoso al grande pubblico, e ha reso inconfondibile il suo sound. In alcuni tratti della serata sembra di assistere ad un clinic, in cui il Pat Metheny docente dimostra al pubblico come la struttura della sua "Orchestrion" prenda lentamente forma attraverso le note della sua chitarra, e attraverso i comandi che impartisce tramite le due pedaliere, con la supervisione del computer, su cui agisce tramite dei pulsanti collocati nella parte superiore di un piccolo monitor avveniristico presente al centro del palco. Altri musicisti iper-tecnologici avrebbero usato suoni campionati, qui invece il computer non genera suoni, ma agisce meccanicamente sugli strumenti, che suonano "realmente" agli ordini di Mr. Metheny.

"Spiegare come funziona l'Orchestrion è già particolarmente difficile in inglese, figurarsi in Italiano", afferma Pat a metà della sua esibizione. Intermezzo particolarmente apprezzato dal pubblico presente, in quanto se da un lato è stato possibile avere una seppur piccola idea di come un solenoide, comandato dalle note della chitarra, possa far pizzicare le corde di una seconda chitarra, far percuotere marimbe, grancasse e tamburi o le più svariate percussioni, o far muovere i tasti del pianoforte, come se fossero suonati da un fantasma, dall'altro ha fatto anche capire quanta fantasia ci sia in questo musicista quando a partire da poche semplici note con la sua chitarra Ibanez, aiutato anche dalle sovrapposizioni in tempo reale con i sequencer digitali, abbia costruito una bellissima improvvisazione che si è poi sviluppata in un crescendo eseguito dall'ensamble al completo della sua Orchestrion. Sicuramente il momento più bello del concerto, annunciato da Pat con un "mi auguro buona fortuna per ciò che verrà fuori da questa impovvisazione". Gli applausi al termine del brano sono durati oltre un minuto.

Gran calore da parte del pubblico di Bolzano, che è rimasto incantato per tutte le 2 ore e mezza di concerto, dimostrandogli tutto l'affetto con lunghi applausi tra un brano e l'altro. "L'Orchestrion era un progetto che era nella mia mente fin da ragazzino, quando osservavo mio nonno, pianista, armeggiare con più strumenti nel suo garage" racconta Pat Metheny al pubblico, e, mi si passi il paragone, a me sembra che la sua idea sia un po' un'evoluzione degli antichi pianini, o dei reels irlandesi, con la moderna tecnologia.

I fans lo hanno atteso invano accanto alle transenne, ma il chitarrista non si è concesso agli autografi, poiché è schizzato via in auto poco dopo la fine del concerto, visto che il giorno dopo avrebbe dovuto essere a Vienna per la data successiva del tour.

La resa sonora è stata spettacolare, nonostante si trattasse di un Palasport, e dalla mia sesta fila posto n. 8, a sinistra del palco, la qualità del suono era eccellente, ogni minimo dettaglio dell'orchestrion era percepibile. Suoni meravigliosi ben curati dai tecnici. Particolarmente interessante la parte iniziale, con l'uso delle varie chitarre acustiche in cui ha potuto sfoggiare alcune particolari accordature aperte. Consiglio a tutti gli amanti di Pat Metheny di non perdere le prossime date italiane a marzo con l'orchestrion e di dotarsi di un binocolo da teatro così da apprezzare ogni dettaglio tecnico.

La scaletta del concerto:

Metheny / Mehldau Medley
Make Peace
The Sound of Water
Unity Village
Expansion (Orchestrion suite, part 1)
Spirit Of The Air (Orchestrion suite, part 2)
Entry Point (Orchestrion suite, part 3)
Orchestrion (Orchestrion suite, part 4)
Soul Search

Solenoid Guitar Improvisation
Orchestrion Improvisation
Antonia
Orchestrion Sequencer Improvisation
Dream of the Return
Stranger in Town
Sueño Con Mexico

 
Particolare della marimba di sinistra, e in basso il solenoide che aziona due piatti che portano il tempo


Particolare delle due pedaliere che azionano i sequencer digitali, il bass pedal, e al centro del palco, a forma di leggio, il monitor del computer che comanda l'orchestrion. In primo piano il monitor video.


Carolyne che accorda la solenoid guitar, e sulla destra gli elementi per le linee di basso


Uno dei due mobiletti che contengono le bottiglie suonanti, ripiene di liquidi