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| Mangio dunque sono… | |
| Nel mondo delle diete ogni discorso verte sulle
calorie, sulle quantità e non sulla trasformazione dell’individuo, per
cui alla prima frustrazione si ricorre al cibo e l’aumento ponderale è
inevitabile. Uno dei motivi per cui parecchie diete naufragano non è la
mancanza di volontà ma l’insicurezza circa la propria esistenza; il non
fidarsi del proprio corpo, il continuo dubitare di sé e della propria
espressività sessuale, del proprio relazionarsi con l’altro, il sentire
di non fare mai abbastanza per sentirsi meritevoli. Bisogna partire da lontano per trovare una nuova dimensione del proprio essere e per poter comprendere che la fame/fobia del cibo è fobia del contatto-diaologo con sé e con l’atro. Esperienza quest’ultima che inizia nella relazione primaria e che può determinare il non fidarsi del proprio corpo, e del proprio sentire. Fobia, dunque, del sentire e del godere; del mollare il controllo e lasciarsi esistere; del lasciarsi al gusto della vita con le sue imperfezioni, incertezze; scelte, rinunce e dovute separazioni. In questa chiave il dimagrimento è un vero e proprio percorso interiore, sino a raggiungere la forma corporea in cui ritroviamo l’identità che più ci appartiene. |
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| Parafrasando Michelangelo Buonarroti | |
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"ognuno di noi è un opera d’arte, il segreto non è altro che togliere il superfluo, quello che di troppo imprigiona, come in un blocco di marmo e non ci fa vedere che l’opera d’arte è già dentro di noi".
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Il laboratorio esperienziale, attraverso la Psicoterapia, offre la possibilità di creare un armonico rapporto con il cibo, permettendo, così, di prendere consapevolezza delle proprie emozioni e del proprio corpo, sperimentando un nuovo modo di vivere e non solo di esistere. |
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Per ulteriori approfondimenti: |
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Dott.ssa Mimma Marotta Psicologa/Psicoterapeuta |
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